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Modello Parigi per la ferrovia Roma-Lido ma la proposta di Ratp rimane ferma alla Regione Lazio

di Francesco Nariello


Modello Parigi per la Roma-Lido. Con l'obiettivo di trasformare una delle tratte su ferro più congestionate della Capitale in un servizio di trasporto in linea con i migliori standard europei. Superando le attuali criticità e garantendo un costo di gestione minore o - una volta a regime - uguale a quello attuale, ma con un livello qualitativo molto più alto. Ed eseguendo tutti i lavori necessari all'ammodernamento - con un investimento totale di 450 milioni di euro - senza mai interrompere la continuità di esercizio.

Sono gli elementi che definiscono il "valore aggiunto" della proposta di project financing che Ratp Italia ha presentato, da ormai due anni, alla Regione Lazio - senza ricevere ancora una risposta - per la trasformazione della linea su ferro che collega Roma con il litorale di Ostia, su cui si registrano disagi quotidiani, in una sorta di nuova metropolitana capitolina.
I vertici del ramo italiano del colosso francese attivo nel trasporto pubblico - che nel nostro Paese gestisce, tra l'altro, la Tramvia di Firenze (attraverso la controllata Gest) - hanno illustrato a «Edilizia e Territorio» contenuti e prospettive del progetto riguardante la ferrovia laziale. Replicando punto per punto ai rilievi fatti da Atac (attuale gestore della linea), che in una recente audizione al Senato ha comparato il proprio piano di ammodernamento con quello di Ratp.

Un restyling completo
«La proposta spontanea presentata per la Roma-Lido - spiega Bruno Lombardi, numero uno di Ratp Italia - è stata formulata sulla base di precise analisi di mercato, che hanno evidenziato come la tratta sconti oggi enormi criticità, sia sul piano infrastrutturale che tecnologico. Fronti sui quali la nostra esperienza può fare la differenza, trasformando la ferrovia in una metropolitana di standard europeo, senza interruzione del traffico durante i lavori, come già fatto in altre città in Europa e nel mondo, a partire da Parigi, dove la linea 1 è stata convertita ad un sistema di guida totalmente automatico».

La ferrovia che congiunge Roma con Ostia, continua Lombardi, «pur partendo da quello che c'è, va rinnovata a fondo, dalle rotaie alla parte tecnologica, dai veicoli ai sistemi di telecontrollo e sicurezza. Le esigenze del trasporto pubblico, infatti, sono cambiate radicalmente rispetto al passato e, in prospettiva, serviranno frequenze sempre maggiori per soddisfare le richieste dell'utenza».

Il progetto Ratp in cifre
Nel dettaglio, il progetto preliminare presentato da Ratp prevede investimenti totali per 450 milioni, di cui 175 milioni destinati alla messa in servizio di 17 nuovi treni, che andrebbero a sostituire la flotta esistente. Il piano si sviluppa su un'orizzonte temporale di 25 anni (con gli investimenti concentrati nei primi 5-6 anni) e punta a trasformare la Roma-Lido, attraverso corposi interventi infrastrutturali e tecnologici, in una vera e propria metropolitana con frequenze massime di un treno ogni 6.30 minuti in entrambe le direzioni, per arrivare a 3.30 minuti in una singola direzione. Possibilità, quest'ultima, fondamentale per assorbire i picchi di utilizzo per eventi particolari (si pensi, ad esempio, alle partite di calcio nel nuovo stadio della Roma a Tor di Valle).

Per la parte infrastrutturale e impiantistica, gli interventi previsti riguardano, tra l'altro: armamento, sottostazioni elettriche, nuovo sistema di segnalamento radio (simile a quello usato per l'Av ferroviaria), rifacimento stazioni e pensiline (ove necessario), telecamere, impiantistica, informazioni al pubblico, videosorveglianza. Le opere utili realizzate negli ultimi anni, ovviamente, saranno mantenute.

Il nodo investimenti pubblici
La quota pubblica, sul totale investimenti, ammonterebbe a circa 210 milioni di euro. Ed è sopratutto su questo punto che sembra essersi arenato l'interesse da parte della Regione, che ha bollato come impraticabile un simile impegno finanziario: posizione espressa, ad esempio, dall'assessore alla Mobilità, Michele Civita. Rispetto a due anni fa, però, spiegano da Ratp Italia, lo scenario si è in parte modificato, con un miglioramento del "rating" dell'amministrazione regionale: una situazione che permetterebbe di spalmare gli investimenti pubblici su più annualità (ad esempio, su 5 rate da poco più di 40 milioni ciascuna).
Il progetto presentato, secondo l'azienda italo-francese, sarebbe inoltre "salvo" rispetto a quanto previsto dal nuovo codice degli appalti in merito al massimale di partecipazione pubblica: in caso contrario, precisa comunque Ratp, «il piano potrà essere rimodulato».

L'esame della proposta di project financing è stato finora un percorso accidentato: dopo una serie di tavoli tecnici nel 2014, il progetto è stato ripreso in mano a metà dello scorso anno, quando è stata avviata una conferenza dei servizi preliminare (aperta al governo e al dipartimento mobilità e trasporti del comune di Roma) ma senza arrivare ad una dichiarazione di pubblico interesse. Il terzo incontro, che avrebbe dovuto essere decisivo - rimarcano i vertici di Ratp Italia «non si è mai svolto e lo stallo è perdurato fino ad oggi, anche in considerazione della situazione di incertezza legata all'elezione del nuovo sindaco della Capitale: ora, però, ci aspettiamo che la vicenda si sblocchi».

Lo "scontro" con Atac
Nel frattempo si è acceso lo scontro con Atac, che in occasione di una recente audizione al Senato ha depositato uno schema di comparazione tra il proprio piano di investimenti per l'ammodernamento della Roma-Lido e quello presentato da Ratp Italia. Dal confronto - illustrato dal dg Marco Rettighieri -, la partecipata capitolina segnala, oltre al differenziale in termini di investimenti previsti (180 milioni contro 450 milioni), anche una "sovrastima" da parte del gruppo italo-francese dei finanziamenti annui regionali per la gestione del servizio e degli introiti da biglietti.

La replica di Ratp
A chiarire lo stato delle cose per Ratp - replicando punto su punto ai rilievi di Atac - è il direttore sviluppo Italia, Andrea Buonomini, a iniziare dagli investimenti previsti: innanzitutto, afferma, «bisogna precisare che nei 450 milioni stimati per la realizzazione del nostro progetto sono inclusi 175 milioni per la sostituzione completa del parco veicoli (oggi composto in parte rilevante da mezzi obsoleti), oltre a tutte le spese relative alle fasi di progettazione, sicurezza e direzione lavori. Se inoltre consideriamo i circa 44,5 milioni richiesti da Atac per lavori ‘urgenti' di manutenzione straordinaria e opere di potenziamento, ed i 45,5 milioni per l'adeguamento del deposito della Magliana - entrambi esclusi dal piano di 180 milioni della partecipata capitolina - ecco che gli investimenti previsti dai due programmi finiscono, in pratica, per coincidere. Nel nostro caso, però - sottolinea il direttore sviluppo -, ci saranno, tra l'altro, il rinnovo completo del materiale rotabile e l'introduzione di impianti di nuovissima generazione".

Il canone per il servizio
L'altra questione calda riguarda la quantificazione del "canone" per il servizio. Il progetto di Ratp, su questo fronte, indica un finanziamento annuo da parte della Regione Lazio, ad oggi, di circa 75 milioni di euro (60 gestione, 15 manutenzioni) per la Roma-Lido, mentre Atac nel 2015 ha dichiarato un corrispettivo di appena 28 milioni (netto Iva). Qui, spiega Buonomini, «basta osservare come, aldilà di quanto dichiarato, secondo il bilancio 2014 Atac abbia ricevuto dalla Regione, per le tre linee in gestione (Lido, Viterbo, Pantano) quasi 92 milioni di euro, realizzando circa 16mila vetture/km totali: di queste, più di 9mila fanno riferimento alla Roma-Lido (oltre il 57%). In base a questo "peso specifico", ragionevolmente, il valore annuo di produzione della ferrovia che collega la Capitale con Ostia si attesterebbe sui 52,5 milioni. A questa cifra vanno aggiunte le spese (10-15 milioni) per la manutenzione straordinaria, nel nostro caso incluse nel canone, e i mancati ricavi da traffico, oggi incassati da Atac».

Nella proposta targata Ratp Italia, invece, le entrate dei biglietti resterebbero nelle casse della Regione: «Si tratterebbe di quasi 10 milioni di euro - osserva il direttore sviluppo - considerando la stima di circa 25-27 milioni di passeggeri l'anno, includendo la fetta di evasione che si aggira intorno al 35% dell'utenza. Ma il traffico, dopo il potenziamento, potrà toccare anche i 40 milioni di passeggeri, spingendo i ricavi vicino ai 20 milioni di euro».

In generale, il piano dell'operatore italo-francese prevede un canone per la gestione del servizio di trasporto di circa 44 milioni di euro l'anno, in media, per il primo quinquennio, cifra che poi arriverebbe intorno agli 80 milioni con il progressivo incremento dell'offerta di trasporto. «Nei primi anni, quindi - conclude Buonomini -, la spesa risulterebbe molto inferiore a quella attuale, mentre in seguito si attesterebbe ai livelli di oggi, ma con un servizio di gran lunga migliore, sia dal punto qualitativo che quantitativo».

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