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Autorità Trasporti: avanti con l'apertura della rete ferroviaria a più operatori

di Giusepe Latour

L'integrazione tra Ferrovie e Anas guarda nella direzione giusta. Il presidente dell'Autorità dei Trasporti, Andrea Camanzi ha presentato ieri a Roma la sua terza relazione annuale. Un appuntamento che, dopo un triennio, ha portato un primo bilancio sull'attività dell'ente di regolazione. Ma anche la presentazione dei risultati raggiunti tra il 2015 e il 2016, come la definizione dei criteri per la riduzione del pedaggio per l'accesso all'Alta velocità da 13 a 8 euro per treno/chilometro, l'indicazione dei criteri di riferimento per mandare in gara i servizi di Tpl, già applicati da sette Regioni, e la revisione dei diritti aeroportuali, già conclusa da dieci società di gestione nel giro di poche settimane. Senza dimenticare il lavoro fatto sul fronte della tutela dei passeggeri.

Qualche passaggio, però, è stato dedicato alla cronaca, partendo proprio dalla questione di Anas e Ferrovie. Sul punto Camanzi spiega che «al momento si tratta di un annuncio più che di un progetto, quindi è presto per esprimersi nel merito». Detto questo, però, « è importante avere il coraggio di pensare in grande, il paese ha bisogno di uscire da schemi che hanno fatto il loro tempo». Per questo l'Authority guarda con interesse a ipotesi innovative come quella di «ricondurre a un'unica responsabilità le infrastrutture ferroviarie e stradali o quotare in borsa il gruppo Ferrovie dello Stato».

Un interesse che riguarda anche la questione di Uber e di tutte le piattaforme digitali che servono a fornire servizi innovativi di trasporto: qui l'Autorità ha chiesto già l'anno scorso una legge per regolare questi strumenti, per tutelare i clienti che mettono a disposizione i loro dati, ma anche per risolvere i problemi che questi servizi generano in termini di gettito fiscale e inquadramento dei rapporti lavorativi. Dopo l'intervento con il quale, pochi giorni fa, la Commissione europea ha dettato le prime linee guida (non vincolanti) dedicate alla sharing economy, per Camanzi «è evidente che la soluzione potrà essere trovata solo a livello europeo, vedremo come agiranno, oltre alla Commissione, anche il Parlamento e la Corte di Giustizia Ue». A livello nazionale, infatti, «nessuno vuole muoversi per primo, perché un'iniziativa isolata potrebbe avere effetti complicati per i mercati dei singoli paesi».

Sul fronte dell'attività dell'Authority, invece, il presidente ha ricordato anzitutto l'importanza della «sincronicità tra la regolazione, il ciclo industriale delle imprese e le scelte del Governo per il paese». Mentre, dal lato del mercato, ha sottolineato la crescita del trasporto di passeggeri (+3,1% tra il 2013 e il 2014), che si declina soprattutto attraverso una crescita della combinazione di più modalità (+4,3%). «Questo, però, pone un problema di integrazione ed efficienza». Così, le quasi 100 misure adottate negli ultimi dodici mesi hanno puntato soprattutto ad aumentare questa efficienza.
È accaduto con la determinazione dei criteri per la fissazione del pedaggio di Rfi: «Con la loro applicazione Rfi ha ridotto il pedaggio per l'alta velocità, passando da 13 euro per treno/chilometro fino a otto euro». Entro fine mese, l'Authority approverà i criteri per i pedaggi di tutti gli altri pezzi della rete ferroviaria per il periodo 2016-2021. Accanto a questo, un altro intervento ha consentito di rafforzare la parità di trattamento delle imprese alta velocità nell'accesso alle infrastrutture.

Ancora, l'Autorità ha agito sui diritti dei passeggeri, introducendo sanzioni che hanno stimolato i comportamenti virtuosi del mercato e regolando la delicata questione degli abbonati alta velocità.
E' intervenuta sulla regolazione di bandi e convenzioni per l'affidamento dei servizi di Tpl. Già sette Regioni si sono mosse o si stanno muovendo in applicazione di questi principi di effettiva contendibilità delle gare: Toscana, Basilicata, Marche, Piemonte, Valle d'Aosta, Calabria, Sardegna.
Si è mossa anche sul trasporto aeroportuale, dove una quota sempre più alta dei ricavi arriva da attività legate all'aviazione e dove è già stata conclusa la revisione dei diritti aeroportuali di dieci scali (Bologna, Olbia, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Cagliari, Catania, Firenze e Pisa) secondo i modelli dell'Authority (aeroporti di Puglia e Trieste sono in arrivo).
Completano il quadro le autostrade, per la quali è in fase di completamento (entro il 24 giugno) la definizione degli ambiti ottimali di gestione delle tratte, che consentiranno di individuare le concessioni efficienti, e i porti, per i quali si stanno analizzando le criticità nella logistica delle merci e nella regolazione dell'ultimo miglio ferroviario.

La relazione del presidente Andrea Camanzi

Il rapporto annuale dell'Autorità Trasporti

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