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Nuovo codice/3. L'Anac entra nella spending review con monitoraggio su beni e servizi della Consip

di Giuseppe Latour

L'Anac di Raffaele Cantone entra nella spending review. E, insieme al ministero dell'Economia e a Consip, attiva un'operazione che porterà risparmi sugli acquisti della Pa quantificabili tra gli 1,5 e i 2 miliardi all'anno. E' questo il senso del protocollo di intesa siglato ieri a Roma tra i tre soggetti, che anticipa un decreto ministeriale del Mef che darà materialmente il via all'operazione. Tutte le amministrazioni, sia centrali che locali, dopo la pubblicazione del Dm dovranno fare riferimento per i loro acquisti ai parametri fissati dal Governo a livello nazionale: serviranno a definire le caratteristiche dei diversi beni e servizi e, soprattutto, il loro prezzo. Chi spende di più sarà richiamato dall'Anticorruzione che, fatte le sue verifiche, potrà avviare i deferimenti alla Corte dei conti per danno erariale.

«Il Governo negli ultimi anni – spiega il capo di gabinetto del ministero dell'Economia, Roberto Garofoli – ha ritenuto essenziale rafforzare la centralizzazione degli acquisti, dal momento che la polverizzazione delle stazioni appaltanti è un ostacolo per i risparmi e moltiplica anche i rischi di comportanti scorretti». In questa direzione viaggiano le norme che hanno creato i soggetti aggregatori regionali: sono centrali di acquisto attraverso le quali gli enti locali devono passare per una ventina di categorie merceologiche. E, nella stessa linea, c'è l'obbligo di passare dalle convenzioni Consip per acquisire beni e servizi. Che, con l'ultima legge di Stabilità, si è arricchito di un altro elemento. «Spesso – dice ancora Garofoli – le stazioni appaltanti si sottraggono a questo obbligo, sostenendo che i beni e i servizi delle convenzioni non hanno le caratteristiche a loro necessarie. Per questo abbiamo pensato di intervenire con un sistema di benchmark».

Il meccanismo punta a creare dei riferimenti che le Pa non possono dribblare. Un decreto del Mef, attualmente al vaglio dell'Anac e in pubblicazione nei prossimi giorni, definirà le caratteristiche essenziali delle varie prestazioni e i prezzi di riferimento che, secondo quanto spiega l'amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni saranno più bassi di quello che solitamente viene speso: "Secondo le rilevazioni dell'Istat e del Mef i nostri prezzi sono in media inferiori del 17 per cento". Il perimetro del provvedimento sarà parecchio ampio: "Si applicherà a tutte le categorie per le quali esiste una convenzione Consip", dice il capo del Dipartimento dell'amministrazione generale del Mef, Luigi Ferrara. Quindi, quasi tutti i possibili acquisti della Pa, a partire da energia, carburanti, telefonia, buoni pasto, gestione degli edifici.

I Comuni, ma anche le amministrazioni centrali, nella pratica avranno due alternative: comprare attraverso Consip o fare gli acquisti in autonomia, rispettando i parametri del Governo. Chi si vuole discostare da questo schema, deve dare spiegazioni, giustificando le sue esigenze particolari. «Se un'amministrazione spende troppo i casi sono due: o non ha fatto bene il suo mestiere o, peggio, ha voluto favorire qualcuno. Per questo le verifiche sui prezzi hanno un senso anche in chiave anticorruzione", dice il presidente Anac, Raffaele Cantone. Che anticipa già quale sarà la sanzione per chi non si adegua: "Pensiamo si possa configurare un'ipotesi di responsabilità contabile. Deferiremo le amministrazioni alla Corte dei conti per danno erariale».

L'impatto di questa manovra, che non è stato conteggiato nella legge di Stabilità, è notevole: «Su circa 60/70 miliardi di spesa aggredibile – spiega Marroni – abbiamo stimato tra gli 1,5 e i 2 miliardi di risparmi possibili». Economie generate dal semplice allineamento dei prezzi agli standard Consip. Questo accordo, comunque, non è il solo sottoscritto ieri. Un altro documento ha avviato la collaborazione tra Consip e Anac nel quadro della cosiddetta vigilanza collaborativa. L'Anticorruzione, in sostanza, controllerà alcune gare di maggiore peso (5 procedure per 4 miliardi di spesa) sin dalla preparazione dei bandi, fino all'esecuzione. E' il primo accordo di questo genere sotto l'ombrello del nuovo Codice appalti.

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