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Roma, per il Grande raccordo delle bici previsto subito un giro d'affari di 14 milioni

di Mila Fiordalisi

Un giro d'affari di 14 milioni di euro nel primo anno e numeri triplicati nell'arco di quattro anni: questo il "valore" economico del Grande Raccordo Anulare delle Bici di Roma (Grab) stando alle previsioni messe nero su bianco da Confindustria-Ancma per Legambiente e VeloLove, due delle associazioni che hanno ideato e progettato la ciclovia capitolina in collaborazione con Touring Club, Rete Mobilità Nuova, Vivilitalia, Open House Roma, Parco Regionale dell'Appia Antica, Roma Natura e la partnership tecnica di Teamdev.

Lo studio presentato alla presenza del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio calcola l'impatto economico dell'anello ciclopedonale di oltre 44 chilometri tenendo conto dell'enorme "attrattività" della maxi pista che stando alle stime sarà letteralmente presa d'assalto già nella fase iniziale. Secondo gli analisti saranno 606mila i turisti che pedaleranno sul Grab ma si tratta di una stima "estremamente prudente" anche e soprattutto in considerazione dei numeri di altre ciclovie europee.

«Poiché il tempo per percorrere la ciclovia è di circa 5 ore (0,2 giorni in più di presenza nella Capitale) – si legge nella ricerca Confindustria-Ancma - si registrerebbe un incremento di 121.252 presenze cicloturistiche nella Capitale durante l'anno capace di produrre un fatturato aggiuntivo di oltre 14 milioni di euro. Se si consideri la metà, del valore rappresentato in precedenza, come importo ascrivibile a "tasse", si evidenzia una somma di circa 7,3 milioni di euro l'anno, come aggiuntiva e disponibile, per le casse erariali per recuperare i costi di realizzazione dell'opera. Considerato che il costo varierebbe da 4 a 12 milioni di euro nella sua forma più ricca e architettonicamente attraente, si può dimostrare che l'opera si ripaga da un minimo di uno ad un massimo di tre anni».

«Il Grab è un progetto semplice e si potrebbe rendere fruibile in 12-18 mesi. Il Comune corra». Lo ha chiesto il ministro Delrio. «Noi - ha detto - abbiamo indicato questa opera come un progetto infrastrutturale strategico nazionale. Gli enti locali hanno detto che sono d'accordo quindi devono avere il coraggio di fare le scelte conseguenti».

«Per noi le ciclabili sono un'infrastruttura al pari delle strade, anzi meglio», ha sottolineato Delrio sull'impatto economico che può avere il Grab, che è una delle quattro ciclovie nazionali finanziate dalla legge di stabilità. «La ciclabilità deve uscire dalla sua marginalità e queste quattro ciclovie (oltre al Grab, la Venezia Torino Vento, la ciclabile del Sole e la ciclovia dell'acquedotto pugliese) sono il punto di partenza. Facciamo in modo che l'infrastruttura cicloturistica diventi uno dei pezzi dell'industria turistica del Paese. Sulle ciclovie bisogna che il nostro Paese rifletta: nell'Ue il fatturato è di 44 miliardi l'anno e in Italia potrebbe essere di tre», ha spiegato il ministro sottolineando che si tratta di un investimento «ad impatto basso sulle casse dello Stato e con un gran ritorno».

Il ministro ha ricordato che una ciclovia si ripaga in 1-2 anni, mentre un'autostrada in 30. Ma quando sarà pronta la nuova maxi-pista di Roma? Il Grab potrebbe essere realizzato e diventare fruibile in meno di un anno, ma a patto che siano rispettati tutti gli step della roadmap a partire dalla pedonalizzazione dell'Appia Antica: a tal proposito Legambiente ha preparato la delibera per la pedonalizzazione definitiva dell'area da sottoporre ai candidati sindaci della Capitale in occasione dell'Appia Day dell'8 maggio.

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