Imprese

Ferrovie, nel bilancio 2015 crescono ricavi, utili e investimenti

di Giorgio Santilli

Renato Mazzoncini chiude il suo primo bilancio alle Fs che per altro va ascritto in gran parte ai suoi predecessori. L'utile cresce da 303 a 464 milioni, con un incremento del 53%, attribuibile in buona parte a novità fiscali. Cresce il fatturato, da 8.390 milioni a 8.585 milioni (+2,3%) e questo è il dato che più piace a Mazzoncini che lo interpreta come «ulteriore allargamento del perimetro». Balzo degli investimenti (+29%) a 5.497 milioni. Peggiora il Mol, da 2.114 a 1.975 su cui pesano «fattori normativi e regolativi».

Sulla crescita dell'utile pesano minori imposte sul reddito per 172 milioni e svalutazioni di asset per 199 milioni.Il Mol in peggioramento è il risultato meno brillante dei conti 2015 delle Fs ed è generato soprattutto da una forte crescita dei costi operativi diversi da quelli per il personale, da 2.359 a 2.676 milioni (13%). «Sono i costi sopportati per allargare ulteriormente il perimetro dell'azione del gruppo e la crescita dei ricavi operativi», spiega Mazzoncini che considera un risultato importante la sostanziale stabilità del costo del personale. Fs precisa anche che nel dato dell'Ebitda pesano 173 milioni di «effetti normativi e regolatori»: costi per l'energia elettrica da trazione (-72 milioni), la riduzione del ricavo unitario del pedaggio Av per Rfi (-29 milioni), la revisione del regime di sovvenzioni al servizio universale nel cargo (-72 milioni).«Siamo assolutamente soddisfatti», dice Mazzoncini che ribadisce la volontà di fare sempre più di Fs un operatore intermodale, soprattutto nel trasporto urbano.

«I numeri - dice - confermano che in un mercato della mobilità in crescita il gruppo Fs è in grado di andare ad intercettare questa crescita».Il balzo degli investimenti arriva dopo 4 anni di crescita moderata, a dimostrazione che è effettivamente saltato un tappo rispetto al quadriennio 2011-2014. La spiegazione che ne dà Mazzoncini, anche con riferimento alle stretegie che saranno disegnate nel piano industriale in arrivo in estate, riguarda soprattutto il materiale rotabile. «Stiamo completando l'investimento per i treni in Alta velocità e soprattutto abbiamo cominciato a investire nei treni per il trasporto regionale». Il 69% degli investimenti resta comunque in infrastruttura mentre il 29% è nel settore dei trasporti.Un dato storico è quello del personale che tocca ancora una volta il minimo con 62.288 unità. Negli ultimi sei anni i dipendenti sono scesi del 21%. Anche i dirigenti in discesa, a 714 unità.

Negli ultimi sei anni -28,4%.Peggiora la posizione finanziaria netta che passa da 6.218 a 6.742 milioni (+8%) quasi esclusivamente ascrivibile alla crescita dell'indebitamento netto (+ 518 milioni) collegato al piano di investimenti in material rotabile. La presidente del gruppo, Gioia Ghezzi, alla prima uscita con la stampa proietta il bilancio 2015 sullo sviluppo futuro. «Gli ottimi risultati raggiunti dal gruppo - dice - costituiscono una solida base per il prossimo triennio di investimenti e crescita per Ferrovie dello Stato Italiane». Il gruppo - continua - «ha saputo gestire positivamente il forte cambiamento del quadro normativo-regolatorio che si è verificato. C'e stato un grandissimo lavoro per gestire questa transizione».Le Fs contano di distribuire all'azionista Tesoro i 60 milioni di dividendo previsto dalla legge e contano sulla possibilità di poter tenere il resto dell'utile in azienda per finanziare lo sviluppo ulteriore. Mazzoncini non ha nascosto, ancora una volta, le mire espansionistiche su pezzi collaterali ma importantissimi della mobilità Anas, Atac di Roma, ferrovie greche.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©