Imprese

Porti, il Cipe sblocca investimenti per 1,6 miliardi: al via i progetti di potenziamento di undici scali

di Alessandro Arona

Via libera del Cipe a investimenti per l'ammodernamento e potenziamento dei porti di Augusta, Brindisi, Marina di Carrara, Messina, Olbia e Golfo Aranci, Piombino, Ravenna, Salerno, Savona, Taranto e Trieste per un ammontare totale di 1.622 milioni di euro.
È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficilae (n. 75 del 31 marzo 2016) la delibera Cipe n. 117 del 23 dicembre 2015, che aveva appunto ad oggetto la «verifica di compatibilità» dei Programmi triennali delle autorità portuali ai sensi dell'articolo 128 del Dlgs 12 aprile 2006 n. 163 (il Codice appalti).

La norma pone infatti a carico di tutti gli enti pubblici l'obbligo di trasmettere a questo Comitato, entro trenta giorni dall'approvazione, i programmi triennali dei lavori di singolo importo superiore a 100.000 euro, e gli aggiornamenti annuali, per la verifica della loro
compatibilita' con i documenti programmatori vigenti, e prevede che lo schema di programma triennale e i suoi aggiornamenti annuali.

Nell'esprimere il parere positivo di compatibilità, e dunque nel dare il via libera definitivo ai Programmi triennali dei porti sopracitati, il Cipe ha sbloccato come si diceva interventi per 1.622 milioni di euro, tutti interamente finanziati.

In particolare:
1) porto di Augusta 379,22 milioni;
2) porto di Brindisi 167,63 milioni;
3) Marina di Carrara 75,417 milioni;
4) Messina 172,829 milioni;
5) Olbia e Glfo Aranci 8,552 mln;
6) Piombino 102,25;
7) Ravenna 273,75;
8) Salerno 51,164;
9) Savona 154,03;
10) Taranto 268,105;

Come evidenziato in una relazione trasmessa al Dipe (struttura tecnica del Cipe) dal ministero delle Infrastrutture(Direzione generale per la vigilanza sulle Autorità portuali), la programmazione triennale 2015-2017 delle 24 Autorità portuali comprende, nel triennio, un totale di circa 6,3 miliardi di investimenti, di cui 1,6 miliardi nel 2015, 1,9 nel 2016 e 2,8 miliardi nel 2017.

Il Dipe osserva che «Se nel confronto tra medesimi piani del triennio 2014-2016 e quelli di due anni prima (programmi triennali 2012-14) emergeva una riduzione dell'ambizione complessiva nel triennio (-9% di investimenti previsti nel 2014-2016) con un calo particolarmente consistente sul primo anno (-31%, pari a circa 800 milioni di euro in meno di investimenti previsti), il confronto tra i programmi 2015-2017 e quelli del triennio precedente (2014-2016) evidenzia un incremento di valore complessivo nel triennio (+9,8% di investimenti previsti nel 2015-2017; Tabella 2), con un calo degli investimenti nei primi 2 anni del triennio (-10,9% nel 2015 e -4,8% nel 2016) e un incremento del 43,7% nel 2017 (nel terzo anno dei programmi 2014-2016 erano previsti investimenti per 1,9 miliardi di euro)».

I quattro maggiori porti per quantità di investimenti previsti nel triennio in esame sono Civitavecchia (1.511 milioni di euro, di cui peraltro 1.005 milioni di euro previsti per il solo 2017), Napoli (637 milioni di euro), Palermo (411 milioni di euro) e Augusta (349 milioni di euro). Anche nella valutazione dei programmi del triennio 2014-2016 Civitavecchia, Napoli e Augusta occupavano le medesime posizioni tra i porti che avevano previsto i maggiori investimenti, mentre la posizione ora detenuta dal porto di Palermo era occupata dal porto di Taranto, che attualmente è sceso in 8^ posizione (268 milioni di euro).
Il valore complessivo degli investimenti previsti nel triennio 2015-2017 ammonta a 6.303 milioni di euro, di cui 1.571 nel 2015, 1.929 nel 2016 e 2.802 nel 2017.

Si vedano le tabelle complete nel documento del Dipe

Rispetto al triennio precedente, i porti che risultano aver maggiormente incrementato le proprie previsioni d'investimento sono Civitavecchia (+ 86,2%), Brindisi (+56,2%), Napoli (+ 23,9%) e Cagliari (+ 22,3%), mentre quelli che le hanno fortemente ridotte sono Olbia-Golfo Aranci (-80,4 %), Salerno (-56,1 %), Taranto (-35,7%) e Catania (-22,1%). Fra i maggiori porti container, Genova prevede una riduzione degli investimenti del 16,2%, Gioia Tauro conferma sostanzialmente l'entità degli investimenti del triennio precedente (-0,6%), mentre La Spezia prevede un leggero incremento (+4,9%).


Nei primi due porti merci italiani (dati 2013) l'entità degli investimenti della programmazione triennale è in regresso rispetto alla programmazione 2014-2016: per Genova, a fronte di una quota di traffico merci di circa il 10,1%, la riduzione degli investimenti è del 16,2%, per Trieste, a fronte di un traffico merci 2013 di circa l'11,4%, la riduzione degli investimenti è del 12,2% (Figura 1).


Ad eccezione del porto di Cagliari, che deteneva nel 2013 il 9,2% del traffico merci, e che nel triennio in esame incrementa gli investimenti del 22,3%, e di quello di Gioia Tauro, che deteneva il 6,8% del traffico merci, e che conferma sostanzialmente il valore di investimenti della precedente programmazione (-0,6%), la contrazione degli investimenti è estesa anche ad altri porti di rilievo: Taranto, che registrava un traffico merci del 6,1%, riduce gli investimenti del 35,7% e Augusta, il cui traffico merci si attestava al 6%, riduce gli investimenti del 10,9%.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©