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Appalti/3. Federmobilità: nuovo codice lacunoso sui settori esclusi, rischio caos negli affidamenti

di Giuseppe Latour

Rischio caos sui settori esclusi. Per i contratti non assoggettati alle regole del nuovo Codice, come quelli in materia di trasporti, manca una procedura di riferimento. E questo potrebbe portare problemi in fase di definizione dei bandi di gara, soprattutto nei primi tempi, in assenza di una giurisprudenza assestata. L'allarme, relativo alle nuove regole in materia di appalti in approvazione entro il prossimo 18 aprile, arriva dal convegno di Federmobilità tenutosi ieri a Roma: al momento il Codice prevede l'invito di almeno cinque concorrenti, mentre la bozza in discussione in Parlamento non riproduce disposizioni simili.

L'articolo 27 del Codice in vigore (Dlgs n. 163/2006) prevede che l'affidamento degli appalti per i contratti esclusi «avviene nel rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità. L'affidamento deve essere preceduto da invito ad almeno cinque concorrenti, se compatibile con l'oggetto del contratto». Con l'articolo 4 del nuovo Codice, però, queste disposizioni non sono state riprodotte per intero, come spiega Elio Leonetti dello studio legale Chiomenti.

«In base al decreto attualmente in discussione in Parlamento – racconta – risultano esclusi i servizi concernenti il trasporto pubblico passeggeri per ferrovia o metropolitana. A questi non si applica il Codice dei contratti pubblici. Allo stesso modo, non si applicano le norme sulle concessioni al trasporto aereo e al trasporto pubblico di passeggeri». Se, però, il vecchio articolo 27 dava delle indicazioni puntuali alle stazioni appaltanti in fase di definizione dei bandi, il nuovo decreto gli lascia mano libera. «Allo stato attuale per i contratti esclusi manca completamente una regolamentazione delle procedure. Non c'è più l'invito rivolto ad almeno cinque operatori economici o un riferimento a qualche articolo da applicare, ma solo il richiamo dei principi generali», prosegue Leonetti.

E questo potrebbe rappresentare un problema. «Per questi contratti la difficoltà maggiore sarà scegliere la procedura da applicare. In questi anni la giurisprudenza è intervenuta a più riprese sui settori esclusi, stabilendo che a loro si applicano una serie di principi in materia di trasparenza, di concorrenza, di parità di condizioni tra le imprese. Ad esempio, la giurisprudenza ha detto che le sedute delle commissioni di gara devono essere pubbliche, che devono essere chiesti requisiti di idoneità ai partecipanti, che va garantita la "par condicio" tra imprese. Questo, almeno all'inizio, sarà un grande problema per le stazioni appaltanti». Anche perché «qualsiasi procedura che verrà indetta dopo il 18 aprile seguirà le nuove regole. L'impatto a livello generale sarà notevole. È importante preparare sin da ora con la documentazione di gara». Calendario alla mano, ci sono solo una ventina di giorni per attrezzarsi.

Altri problemi importanti riguardano il sottosoglia. Anzitutto, c'è una questione sugli affidamenti diretti, sotto il limite di 40mila euro. Il nuovo Codice stabilisce che l'aggiramento della gara deve essere «adeguatamente motivato». Questo – dice ancora Leonetti – «sarà un problema per il futuro. Non è chiaro che cosa si debba motivare, dal momento che la legge prevede il ricorso a questo tipo di affidamento». Incertezze simili si potrebbero produrre per il sottosoglia. Qui viene disposto l'invito a tre imprese, individuate con indagini di mercato o tramite elenchi di operatori. «Nel caso in cui ci sia un albo fornitori non ci saranno grosse difficoltà pratiche, ma in alternativa bisognerà passare dall'indagine di mercato, per la quale non ci sono indicazioni e che rischia di diventare un piccolo bando». Sul punto, le istruzioni dell'Autorità anticorruzione saranno decisive.

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