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Caos sul servizio idrico integrato: il disegno di legge apre anche ai privati

di Giuseppe Latour

Caos sul disegno di legge sull'acqua all'esame della commissione Ambiente della Camera. Ieri la maggioranza Pd ha votato un emendamento che prevede la soppressione dell'articolo 6 del testo, dove si definiva il servizio idrico integrato come servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, disponendone l'affidamento esclusivo a enti di diritto pubblico. Un voto che ha fatto scattare la minoranza di Sinistra italiana e, soprattutto, del Movimento 5 Stelle, che premeva da mesi per portare avanti la legge ma che, alla luce dello stralcio, ha deciso di ritirare la propria firma.

Subito dopo la presentazione dell'emendamento M5S e Sinistra italiana hanno lasciato i lavori della commissione per protesta, ritirando le proprie firme dalla proposta di legge: «Hanno fatto carta straccia di un testo che era arrivato in Parlamento con 400mila firme nel 2007 e carta straccia del risultato referendario del 2011», ha denunciato la deputata pentastellata Federica Daga, protestando davanti a Montecitorio con altri componenti della commissione e con i comitati per l'acqua pubblica. «Usciamo dalla commissione dopo la votazione della soppressione dell'articolo 6, il cuore della legge, e dopo che sono state abrogate altre parti fondamentali del testo. Se la votassero da soli, ritiriamo le firme».

Attacchi ai quali risponde Enrico Borghi, componente della commissione Ambiente: «I nostri emendamenti - scrive in una nota - sanciscono la natura dell'acqua come bene naturale e diritto umano universale, chiariscono che tutte le acque sono pubbliche e che sono risorse scarse da utilizzare il modo efficiente». Per il Pd, aggiunge, «l'obiettivo primario, nel rispetto del mandato referendario, è fare in modo che l'acqua sia garantita a tutti, con un servizio di qualità, nel rispetto delle direttive europee e dell'autonomia comunale e a costi contenuti inseriti e in tariffa e non sulla fiscalità generale». Parole simili a quelle usate dalla responsabile ambiente del Pd, Chiara Braga: «Non c'è nessuna privatizzazione, né svendita di un bene comune. Alla demagogia dei 5 stelle, replichiamo con risposte chiare e trasparenti ai cittadini. L'acqua è un diritto umano universale e il nostro interesse è che sia garantito un servizio di qualità per tutti gli italiani; che ci sia un uso responsabile e sostenibile della risorsa idrica; che venga data stabilità al settore e che siano create le condizioni perché si facciano gli investimenti necessari». Gli emendamenti del Pd vanno in questa direzione, seguendo le indicazioni dell'Unione europea e della Corte costituzionale.

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