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Sicurezza stradale, gli italiani temono il manto stradale privo di manutenzione

di Giuseppe Latour

Per gli italiani le strade cittadine sono sempre più "a rischio incidente", soprattutto a causa dei manti stradali danneggiati per l'assenza di un'adeguata attività di manutenzione. Proprio a causa delle buche e della situazione di dissesto, sei italiani su dieci nell'ultimo anno hanno rischiato di rimanere coinvolti in un incidente, che resta il secondo pericolo più avvertito dalla popolazione, dopo il furto in casa, ma prima di rapina, scippi e aggressioni. Sono i principali risultati evidenziati dallo studio promosso dalla Fondazione Luigi Guccione vittime della strada, in collaborazione con il Siteb (l'associazione italiana bitume e asfalto) e Assosegnaletica e condotto da Ipr marketing, l'istituto specializzato in ricerche e analisi di mercato.

Lo studio prende le mosse dall'allarmante dato sugli incidenti stradali, nel 2014 ben 177.031 con 3.381 morti e 251.147 feriti. E conferma come tra le principali preoccupazioni di automobilisti, motociclisti e pedoni che ogni giorno le percorrono ci sia proprio lo stato di salute delle strade italiane. La possibilità di rimanere vittima di un incidente, infatti, resta tra i pericoli maggiormente avvertiti dagli italiani. Dopo la paura di subire un furto in casa (espressa dal 77% del campione), si dice preoccupato di poter essere coinvolto in un incidente stradale il 71% degli intervistati; seguono altre preoccupazioni, più o meno comuni, come lo scippo (67%), la rapina (60%) e le molestie/aggressioni (58%). Analizzando nel dettaglio il dato, appare chiaro come a essere più preoccupati siano gli adulti (86%), quanti risiedono nel Sud Italia (84%) e coloro preferiscono usare l'auto rispetto ad altri mezzi di trasporto (76%) per spostarsi.
Guardando ai mezzi di trasporto, oltre l'80% definisce "a rischio" le strade per le due ruote (moto o bici), il 74% ritiene che le città siano più pericolose per i pedoni, il 65% le definisce tali anche per chi si sposta in auto. Mentre lo stato di segnaletica, semafori e illuminazione delle strade viene giudicato abbastanza soddisfacente, la presenza di guardrail e, soprattutto, la condizione dell'asfalto vengono valutati negativamente dalla quasi totalità degli intervistati: solo il 20% esprime commenti positivi e il dato scende addirittura al 5% nel Sud e Isole. Proprio la cattiva manutenzione dell'asfalto e le conseguenti buche che si vengono a formare sempre più di frequente rappresentano l'elemento più pericoloso per la sicurezza stradale cittadina (oltre il 76% lo segnala).
In questo quadro, il miglioramento delle condizioni del manto stradale attraverso interventi di ripristino delle buche e l'utilizzo di asfalto drenante vengono indicate dall'87% degli intervistati (e ben dal 97% di motociclisti e scooteristi) come la vera priorità per aumentare la sicurezza, seguita da controlli su strada da parte delle forze dell'ordine (76%), dalla messa in opera di guardrail salva motociclisti (69%) e dall'adeguamento della segnaletica stradale (67%).

Le valutazioni espresse nel sondaggio trovano conferma nelle ultime stime elaborate dal Siteb, secondo le quali dal 2006 al 2015, anche a causa del rispetto del patto di Stabilità, gli enti gestori della rete stradale italiana non hanno messo in opera ben 96 milioni di tonnellate di asfalto necessarie a tenere in buona salute le nostre strade, per un valore complessivo pari a 9 miliardi di euro. "E' necessario", conclude il direttore Siteb, Stefano Ravaioli, "mettere mano a un piano straordinario di salvaguardia delle nostre strade. Il nostro paese oggi non ha bisogno di grandi opere, ma di rimettere in sesto e in sicurezza la rete esistente, prima che questa collassi. Auspichiamo che l'allentamento del patto di stabilità per gli enti locali, previsto per i lavori stradali nel testo dell'ultima legge di Stabilità 2016 e i fondi stanziati ad hoc per le manutenzioni possano cambiare decisamente il quadro, mettendo in sicurezza il nostro patrimonio stradale e fornendo maggiori certezze ad automobilisti, motociclisti e pedoni".

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