Imprese

Fondo progettazione per le opere anti-dissesto, in arrivo il Dpcm da 100 milioni

di Giuseppe Latour

Partirà a breve. E avrà una dotazione iniziale di 100 milioni di euro. Il collegato ambientale è ancora fresco di approvazione, ma l'Unità di missione di Palazzo Chigi per il contrasto al dissesto idrogeologico si sta già muovendo per attivare il fondo per la progettazione dedicato proprio alla messa in sicurezza del territorio. E' già in preparazione il Dpcm che andrà presentato in coordinamento con il ministero dell'Ambiente e che metterà in moto il meccanismo finanziato con la delibera Cipe n. 32 del 20 febbraio 2015. Anche se resta da sciogliere un nodo: 80 milioni saranno riservati al Mezzogiorno, lasciando scoperte alcune aree ad alto rischio, come la Liguria e la Lombardia.

A fare il punto sulla situazione all'indomani dell'approvazione del collegato è Mauro Grassi, capo dell'Unità di missione: «Sono novità importanti che supportano concretamente la nostra azione sia nel settore della prevenzione dal dissesto idrogeologico, sia per l'ammodernamento della rete idrica nazionale. La scelta del Parlamento, che soddisfa pienamente le esigenze di Italiasicura, ha portato all'approvazione di una legge che entra concretamente nel merito delle due materie oggetto del nostro lavoro con l'individuazione di strumenti capaci di accelerare da un lato la progettazione delle opere antiemergenza e la tutela dell'assetto del territorio e dall'altro la creazione di un fondo di garanzia che finalmente ha l'obiettivo di rendere più moderna e più efficiente la rete idrica del Paese».

Mentre il fondo di garanzia per le opere idriche avrà tempi più lunghi, è già in fase avanzata il lavoro sul plafond dedicato alla progettazione. Sarà dedicato agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e avrà l'obiettivo di finanziare l'avanzamento della progettazione delle opere per il contrasto al dissesto: molte Regioni, infatti, non hanno le risorse necessarie a completare gli elaborati da mandare in gara. Il fondo sarà dotato di 100 milioni di euro, inseriti nella delibera Cipe n. 32/2015, e funzionerà con un meccanismo di rotazione che consentirà di rifondere quanto anticipato al momento del finanziamento dell'opera.
Per attivarlo, però, in base all'articolo 55 del collegato ambientale serve un Dpcm: la struttura di missione ci sta già lavorando con il ministero dell'Ambiente. Visti i tempi lunghi che sono stati necessari per approvare il Ddl, i tecnici del Governo hanno avuto diversi mesi per mettere a punto un testo che, di fatto, è già quasi pronto.
Andrà a individuare l'ordine di priorità delle operazioni che potranno accedere al finanziamento del plafond, indicando i criteri per la composizione degli elenchi di progetti da sostenere. Sarà, nella sostanza, composto ricalcando i decreti che l'Unità di missione ha già scritto nei mesi scorsi per individuare le priorità del piano aree metropolitane, partendo da due principi: l'urgenza degli interventi da finanziare e la loro cantierabilità. Resta, principalmente, un problema da sciogliere nei prossimi mesi: il plafond è finanziato con risorse del Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) che, per legge, devono andare per una quota pari all'80% a Regioni del Mezzogiorno e, per il resto, al Nord. Questo significa che diverse aree con gravi problemi di messa in sicurezza, come la Lombardia o la Liguria, saranno di fatto quasi tagliate fuori da questo meccanismo.

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