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Acqua/1. Governo pronto a commissariare otto regioni in ritardo sul riordino del servizio idrico

di Giuseppe Latour

«Siamo intenzionati a usare i poteri sostitutivi previsti dall'ordinamento».
Non sono più in calendario rinvii sul fronte dell'acqua. È quanto spiega il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti: il caso di Messina non riguarda solo il Comune siciliano - spiega in sostanza il Ministro - ma decine di altre amministrazioni in tutta Italia. Allora, il Governo è determinato a intervenire. Se Regioni e Comuni non procedono nel processo di riordino della governance e nell'affidamento dei servizi, saranno prima diffidati e poi commissariati. Senza dimenticare che, a breve, il collegato ambientale potrebbe aprire altri fronti importanti, come il fondo di garanzia per il potenziamento delle infrastrutture.

Per il ministro, il caso di Messina è sintomatico di una situazione difficile in molte aree. «Il nostro è un paese ricco di acqua, eppure in alcune aree quella potabile arriva a singhiozzo e a giorni alterni. Il caso Messina è eclatante, ma ce ne sono tanti altri che meritano attenzione. Si tratta di casi estremi, che enfatizzano però un problema grave e reale: l'enorme spreco di acqua che esiste in Italia».
I dati del ministero, sul punto, fotografano una situazione preoccupante. «Vengono immessi nella rete idrica nazionale ogni giorno quasi 400 litri d'acqua per abitante. Ai rubinetti, al consumo ne arrivano meno di 250. Ciò significa che ogni cento preziosi litri ben 38 si perdono per strada in reti idriche colabrodo. C'è da colmare un ritardo di almeno vent'anni, che oggi preclude servizi essenziali ai cittadini in molte regioni d'Italia, togliendo competitività, turismo, le possibilità occupazionali cui accennavo prima».

I problemi riguardano sia la gestione delle risorse idriche che la depurazione. «Nove milioni di persone hanno ancora problemi di qualità e quantità di acqua al rubinetto. Tre italiani su dieci non sono allacciati a fognature e depuratori. Credo che questo sia inaccettabile per le gravissime conseguenze che ha per l'ambiente, sprecando la più preziosa delle risorse, ma anche dal punto di vista economico, perché l'inefficienza come sempre ha un costo che paga la collettività. Esiste un enorme problema infrastrutturale nel nostro paese sul quale bisogna intervenire. Lo spreco idrico, quanto quello alimentare, è a mio avviso un crimine contro la natura, una colpa etica prima che ambientale ed economica».

In questo quadro si inserisce la revisione del sistema di governo del servizio idrico, lanciata dallo Sblocca Italia. «Il ritardo registrato sino ad oggi nella riassetto della governance del settore rende decisamente più difficile garantire un adeguato livello di prestazione del servizio, con evidenti ripercussioni anche sulle situazioni emergenziali che si possono verificare. Una struttura di governance organizzata su ambiti territoriali ottimali e con un ente di governo d'ambito partecipato da tutti i comuni ricadenti nell'ATO, è fondamentale per garantire la necessaria razionalità ed affidabilità del sistema. Gli enti locali devono pertanto aggregarsi in un ente sovracomunale. A questo ente, dimensionato sulla base del principio dell'unità del bacino idrografico, della localizzazione delle risorse e dei loro vincoli di destinazione, dell'unicità della gestione e dell'adeguatezza delle dimensioni gestionali, spetta il compito di approntare un piano d'ambito a scala adeguata e di affidare il servizio ad un soggetto in grado di garantire la realizzabilità degli investimenti, attraverso la tariffa del servizio».

Allora, è stata attivata una serie di verifiche su quello che stanno facendo le amministrazioni di tutta Italia. «Il mio ministero ha avviato una forte attività di monitoraggio dello stato di adeguamento, in tutte le Regioni, della governance del sistema idrico integrato alle prescrizioni, ed è intenzionato ad utilizzare i poteri sostitutivi che l'ordinamento prevede. La finalità ultima e non più rinviabile è garantire adeguate prestazioni di efficienza del servizio idrico su tutto il territorio nazionale».

C'è, poi, il fronte del collegato ambientale, in approvazione in terza lettura alla Camera, che potrebbe essere aperto a breve. «Una norma all'interno di questo provvedimento – ricorda il ministro - istituisce, presso la Cassa conguaglio per il settore elettrico, un Fondo di garanzia per il potenziamento delle infrastrutture idriche, comprese le reti di fognatura e depurazione. La priorità di utilizzo del fondo andrà a concentrarsi su interventi già pianificati e immediatamente cantierabili. Pronti cioè a partire subito».
Pesano, però, anche le norme sulla tariffa sociale. «Credo che sempre nel collegato ci sia un segnale di equità molto importante, con la norma che per garantire l'accesso universale all'acqua, assicura agli utenti domestici del servizio idrico in condizioni economico-sociali disagiate l'accesso a condizioni agevolate alla fornitura della qualità di acqua necessaria per soddisfare i bisogni fondamentali».

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