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Riparte il «collegato ambientale» al Senato, al via il fondo di garanzia per le opere idriche

di Giuseppe Latour

Il fondo di garanzia per le opere idriche si prepara al decollo. Ormai chiusa la pausa estiva, al rientro dalle vacanze il Senato ha ripreso con decisione tra le mani un provvedimento parecchio discusso che, tra giugno e luglio, sembrava definitivamente impantanato: il collegato ambientale alla legge di Stabilità 2014. Al suo interno, in base agli ultimi voti della commissione Ambiente di Palazzo Madama, sarà inserito il veicolo finanziario che dovrebbe aiutare a riattivare gli investimenti sulla rete. E che sarà finanziato con una quota della tariffa del servizio idrico.


Vaccari: in Aula dopo la riforma costituzionale
A fare il punto sui lavori è il relatore del testo, Stefano Vaccari (Pd): "Il Ddl era stato calendarizzato per l'aula, poi abbiamo subito un piccolo slittamento per la riforma costituzionale. Come commissione, comunque, siamo praticamente pronti: questa settimana lo termineremo, affidando mandato al relatore per la discussione finale. Ci sono rimasti solo un'ottantina di emendamenti e subemendamenti accantonati. Il lavoro è praticamente concluso". Quindi, appena si libererà uno spazio in Aula il testo, già licenziato dalla Camera, sarà chiuso. Le nubi dei mesi scorsi sembrano diradate. «Ho avuto segnali che c'è la volontà di chiudere anche da parte del governo, siamo all'ultimo miglio, serve un piccolo ulteriore sforzo per riuscire a portarlo a casa».


Il Fondo opere idriche
Tra le novità chiave, c'è il fondo di garanzia per le opere idriche, sul quale in commissione si è trovata la quadra solo nel corso delle ultime votazioni. L'emendamento che andrà in aula prevede che «a decorrere dall'anno 2016 è istituito presso la Cassa conguaglio per il settore elettrico, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un Fondo di garanzia per gli interventi finalizzati al potenziamento delle infrastrutture idriche, ivi comprese le reti di fognatura e depurazione, in tutto il territorio nazionale».
Questo fondo, che sarà regolato attraverso un Dpcm che ne fisserà anche le priorità, verrà alimentato «tramite una specifica componente della tariffa del servizio idrico integrato, volta anche alla copertura dei costi di gestione del Fondo medesimo, determinata dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico nel rispetto della normativa vigente». Insomma, con il Fondo si apre una partita strategica, ma anche delicatissima, viste le implicazioni che potrebbe avere sulle tasche di cittadini e imprese. Il plafond, comunque, sarà usato prima di tutto per gli interventi già pianificati e immediatamente cantierabili.


Acqua, interventi per i morosi
Non è il solo intervento in materia di servizio idrico integrato. Nel collegato ambientale, infatti, è stata appena inserita anche un'altra importante norma in materia di morosità. Sarà l'Autorità di settore ad adottare «direttive per il contenimento della morosità degli utenti del servizio idrico integrato, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, assicurando che sia salvaguardata, tenuto conto dell'equilibrio economico e finanziario dei gestori, la copertura dei costi efficienti di esercizio e investimento e garantendo il quantitativo minimo vitale di acqua necessario al soddisfacimento dei bisogni fondamentali di fornitura per gli utenti morosi». Andranno regolate le procedure di sospensione della fornitura, assicurando la copertura tariffaria dei relativi costi.


Dissesto, arriva il Fondo progettazione
Infine, è stata approvata anche una nuova versione del Fondo per la progettazione delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico. Il plafond, già alimentato con fondi Cipe, dovrà essere disciplinato da un apposito Dpcm. Di fatto, si tratterà di un fondo di rotazione che metterà risorse a disposizione delle Regioni che non sono in grado di arrivare al livello di progettazione definitivo o esecutivo, necessario per fare le gare, con denaro proprio. Si partirà dagli interventi più urgenti per i diversi territori. L'Unità di missione di Palazzo Chigi ha già individuato alcune possibili priorità.

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